Socrate dove sei?

La disumana ferocia di cui è
intriso il nuovo decreto sulla sicurezza ha già sconvolto molti.

Io vorrei soffermarmi su pochi
aspetti contraddittori e prettamente politici delle leggi in questione.

 

Già cinque secoli prima di
Cristo, Platone traduceva su carta questa frase di Socrate: la legittimità
delle leggi non riposa sul numero o sulla maggioranza ma sull’intrinseca
razionalità delle leggi stesse.

Invece di fermarci a
discutere se è possibile definire in assoluto ciò che è razionale e ciò che non
lo è, direi di prendere per buono il fatto che le scelte razionali in politica
devono necessariamente sottendere a degli scopi, meglio se espliciti.

Le leggi del decreto
sicurezza sono irrazionali e illegittime perché non se ne intravedono gli scopi
reali.

Se prendiamo lo scopo che è
stato propagandato, cioè quello di garantire la sicurezza ai cittadini,
troviamo di fronte il primo ostacolo del percorso razionale: quali cittadini?
Non è solo che questi provvedimenti, con il problema particolare della loro
gravità, siano stati decisi e imposti da una rumorosa minoranza di un preciso
territorio. E’ anche che la definizione di cittadino, nel 2009, non esaurisce
il concetto (o per alcuni sì, quelli che lo ritengono universale per ogni
individuo, e nel tal caso il problema dell’assenza di legittimità diverrebbe
parossistico).

Probabilmente chi ha propagandato
queste leggi ha inteso per cittadini gli individui con il passaporto italiano,
una circostanza che promette di non eliminare la contraddizione: difatti siamo
anche, e per certi aspetti soprattutto, cittadini europei e questo decreto
vìola proprio una lunga sequela di disposizioni comunitarie, rendendo
intrinsecamente irrazionale il suo proposito-pretesto.

Quale sicurezza, poi? Il
reato di clandestinità crea da un giorno all’altro, senza alcuna distinzione di
genere, di età, di comportamenti centinaia di migliaia di delinquenti, che come
tali saranno trattati e che tali si sentiranno. E delinquenti diverranno anche
quelli che li aiuteranno e quelli (ma lo erano già prima), per la maggior parte
tra i fautori del decreto, che li sfruttano da anni come schiavi nelle loro
aziende. Da un giorno all’altro l’Italia pullulerà di neocriminali, cosa che
pare contrasti radicalmente con lo scopo di sicurezza che si voleva
raggiungere.

Non mi soffermerò nuovamente
sulle ronde, che sembrano qualificarsi intrinsecamente irrazionali già dal
nome.

Dunque, se gli scopi
annunciati sono così contraddittori e confutabili devono essercene degli altri
occulti o quantomeno impliciti. Generalmente, nel politichese di oggi, una
legge come questa viene definita “spot”, cioè un pretesto pubblicitario per
mostrarsi attivi e vincenti di fronte ai propri elettori o, meglio, di fronte
al proprio pubblico.

Fosse solo una pubblicità,
con tutto il male che provocherà inevitabilmente, sarebbe raccapricciante. Il
problema è che si tratta certamente di uno spot, ma più precisamente di uno
spot che pubblicizza un prodotto politico dichiaratamente razzista circondato
da un diffuso consenso. E il razzismo, secondo la conoscenza umana, è
l’irrazionale per antonomasia.

Mi fermo qui, con la certezza
che all’opposizione basterebbe parlare con la forza della ragione, invece di
accapigliarsi per decifrare quali posizioni, di volta in volta, si prendano in
Vaticano.

 

 

E a proposito di tutto
questo: una catena di e-mail mi ha informato che è passata anche una legge che
prevede la detenzione in carcere da 1 a 5 anni per chi istiga via blog o social
network a disobbedire alla legge.

 

Ne approfitto subito.

 

Ai medici: non denunciate i
clandestini che vengono da voi per curarsi

Ai maestri, ai professori e
tutto il corpo scolastico: non denunciate gli alunni clandestini che studiano
da voi

Ai comuni cittadini e a me
stesso: proteggiamo e accogliamo ogni immigrato clandestino che incrocia la
nostra strada, senza alcuna distinzione.

 

E’ l’ora di prendere parte.

 

david

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